Seminari di Etnopsichiatria 2018

Negli ultimi anni il campo etnopsichiatrico si è andato notevolmente sviluppando e i suoi concetti chiave – “efficacia simbolica”, “memorie incorporate”, “lutto culturale”, “destorificazione istituzionale”, “competenza culturale” – hanno promosso originali ambiti di ricerca e di dialogo, sebbene siano stati spesso oggetto di malintesi, banalizzazioni o abusi. Più in generale, le sue pratiche hanno conosciuto violente controversie là dove il patrimonio di ricerche accumulato nel corso degli studi condotti in società non occidentali sulle psicoterapie tradizionali, gli immaginari religiosi, i culti di possessione, le farmacopee locali è stato applicato, a partire dagli anni ’60 e ancor più dalla fine degli anni ’80, ai contesti migratori.
Un’autentica fibrillazione epistemologica si è allora prodotta per il convergere del rinnovamento metodologico dell’antropologia e dei suoi modelli teorici da un lato (la crisi delle nozioni di etnicità, di identità, di cultura), della clinica psichiatrica e della psicoterapia dall’altro (il dibattito sul trauma e il PTSD, la critica sulla proliferazione diagnostico-farmacologica e le derive del DSM- 5, la frammentazione degli ambiti della cura con il suo prevedibile corteo di esperti del trauma, dei disturbi alimentari, dei disturbi da dipendenza…).
L’etnopsichiatria della migrazione si situa di fatto lungo una duplice cerniera: epistemologica (interna ed esterna alle discipline che la costituiscono) e politica (i nodi della migrazione e della cittadinanza, i diritti dei richiedenti asilo, lo spettro della violenza di Stato). Consapevole della sua genealogia storica, concepita come etnopsichiatria “critica” e non come mera declinazione di mal poste domande sul rapporto fra malattia mentale, cura e cultura, essa milita per una riflessione incessante sui modelli e i presupposti che l’hanno ispirata. L’etnopsichiatria è anche il riflesso particolare delle incertezze e dei mutamenti delle società contemporanee, del dibattito inesausto su nozioni come Soggettività, Potere, Alterità, Riconoscimento, e insieme interroga – da una posizione privilegiata – gli enigmi della sofferenza e della cura, dell’identità e della differenza, della cultura e dello psichismo.
L’Associazione Frantz Fanon prosegue la sua riflessione su questi temi e promuove in particolare due seminari della durata di un weekend volti a ripercorrere le radici storiche ed epistemologiche dell’etnopsichiatria e a ripensare le sue applicazioni oggi nell’incontro con l’Altro nei luoghi della cura e dell’accoglienza.

Scarica locandina del primo seminario: 27-28 gennaio 2018 “Un’introduzione all’Etnopsichiatria: cenni storici, aspetti epistemologici e controversie”
Scarica locandina del secondo seminario: 17-18 marzo 2018 “Etnopsichiatria in azione. Ripensare l’incontro con l’altro nei luoghi della cura”
Scarica locandina dei seminari

È necessario iscriversi, lo si può fare inviando una email all’indirizzo: formazionefanon@gmail.com (oggetto: iscrizione). Nella risposta verrà inviato il form di iscrizione e le informazioni necessarie. Termine di iscrizione  per il primo seminario è il 10 gennaio, per il secondo 1 marzo. 

Il seminario del 27-28 Gennaio si terrà presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli (via Cesara Battisti 4b, Torino)

Il seminario del 17-18 Marzo si terrà presso il Centro Studi Sereno Regis (Via Garibaldi 13, Torino)

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