Seminari di settembre 2018

martedì 4 settembre 2018
DAVI KOPENAWA – LA CADUTA DEL CIELO
Campus Luigi Einaudi
SALA LAUREE BLU
15:00-18:00

Ne La caduta del cielo (Nottetempo, 2018), Davi Kopenawa ripercorre i sentieri del mito e del suo sapere di sciamano yanomami, e interroga la storia dell’incontro fra la sua comunità e i Bianchi.
Le sue parole, nate da un singolare “patto etnografico” costruito nel corso del tempo con Bruce Albert, co-autore del libro, sono la metafora e il sogno di un dialogo possibile, non più segnato solo dal desiderio di dominio e di rapina che ha contraddistinto sino ad oggi le società occidentali. Una speranza che ogni autentico sciamano (ogni autentico attore di cura) non cessa di inventare.

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10 settembre 2018
HEALING LINES – Madness, prophecy and the inventionof writing in Africa – RAMON SARRÓ University of Oxford
Campus Luigi Einaudi
16h30 – 19h30
in aula D3

Dal 1992 Ramon Sarró ha svolto le sue ricerche sui movimenti profetici in Africa Occidentale (Guinea e Guinea Bissau) e Centrale (Congo e Angola). La sua attenzione si è rivolta in particolare alla diaspora congolese della Chiesa kimbanguista.
Attualmente sta realizzando due progetti sui sistemi religiosi africani (uno in Guinea Bissau e l’altro in Angola), interessandosi in particolare ad analizzare l”interfaccia tra profezia, arte e l'”invenzione della scrittura” in Africa.

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11 settembre 2018
Ciò che resta del sapere psichiatrico
Campus Luigi Einaudi – Aula A4
dalle 10 alle 19:30

Era il 1969 e Franco Basaglia aveva già cominciato la battaglia per la chiusura dei manicomi. “Morire di classe”, il reportage realizzato da Gianni Berengo Gardin insieme a Carla Cerati, diede un contributo fondamentale alla costruzione del movimento d’opinione che avrebbe portato, nel 1978, all’approvazione della legge 180/78. Scatti che, a 40 anni di distanza, insieme a quelli di Mauro Vallinotto tra Grugliasco, Collegno e Villa Mainero, di Uliano Lucas tra Trieste, Milano e Reggio Emilia … e numero altri mantengono immutata la loro carica di indignazione e ci invitano a non chiudere, mai, gli occhi.
Vogliamo fortemente dedicare un momento di riflessione collettiva intorno alla recente storia della psichiatria italiana: al rapporto di questa col territorio e con la società civile, perché se tutto quanto di eccezionale è accaduto in Italia quarant’anni fa, fu in buona parte grazie al solido legame sociale che si era tessuto tra il “dentro manicomiale” e il “fuori normale” (nella rottura delle dicotomie, in prima istanza, e nel loro perpetuo mescolamento).

In questo nostro mondo sempre più lacerato da separazioni e distinzioni identitarie – in cui gli immigrati hanno oggi preso il posto degli Altri – urge una riflessione sulla costruzione dell’alterità assoluta, radicale e sulle conseguenze sociali e materiali, morali e spirituali che si sono abbattute (e ancora si abbattono) su coloro che hanno subito la violenza istituzionale perché “Altri”.

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