Referendum sulla cittadinanza e manifestazione antirazzista 2 Giugno: 5 volte sì

L’Associazione Frantz Fanon aderisce alla manifestazione antirazzista, indetta il 2 Giugno 2025 (ritrovo ore 14.30, piazza della Repubblica). Saremo presenti sia all’interno della Rete Antirazzista e Militante per l’Abitare (RAMA) che nella Rete Torinese Contro tutti i CPR per dire no a tutte le forme di razzismo e violenza che incontriamo sempre più nella nostra clinica, nonché per sostenere la mobilitazione sul referendum.

Questo referendum è un’occasione importante per riconoscere dignità e rispetto per tutte e tutti coloro che desiderano l’accesso a maggiori diritti e per segnalare una ferma opposizione alle logiche dell’esclusione, della precarietà e della marginalizzazione.

Per questo sottoscriviamo pienamente l’appello alla mobilitazione e voteremo 5 sì al Referendum.

“L’8 e il 9 giugno si voterà per cambiare una parte della legge 91/1992 che da trent’anni disciplina le possibilità di diventare “cittadinə italianə”. Il referendum prevede il dimezzamento del requisito di residenza legale richiesto per le persone maggiorenni interessate ad acquisire la cittadinanza, che passerebbe da 10 a 5 anni.

La cittadinanza italiana si ottiene principalmente per discendenza: chi ha genitori o antenati italiani, è italianə per nascita. Invece chi vive, studia e lavori in Italia senza avere antenati italiani è esclusə dalla cittadinanza a meno che dopo 10 anni di vita in Italia, non possa dimostrare di avervi risieduto legalmente, di conoscere la lingua, di avere un reddito minimo di 9mila euro annui, di non avere procedimenti penali in corso e tanti altri requisiti. Ciò rende molto difficile ottenere la cittadinanza, facendo si che sia una “gentile concessione dello stato” anziché un diritto per chi vive e lavora stabilmente in Italia.

Senza la cittadinanza non è possibile: partecipare ai concorsi pubblici, votare e candidarsi, usufruire della libertà di movimento senza vincoli, iscriversi ad alcuni albi professionali, aprire un mutuo; ma soprattutto si vive in funzione del rinnovo del permesso di soggiorno e al malfunzionamento delle questure. Se si è senza cittadinanza scioperare per chiedere condizioni migliori sul proprio posto di lavoro è un rischio perché una segnalazione potrebbe comprometterne l’ottenimento. Alcune categorie di cittadini stranieri, come ad esempio gli studenti non comunitari, sono costretti a pagare l’assicurazione sanitaria per avere le cure. La rappresentanza politica, avere una casa, la mobilità, la salute, l’espressione di dissenso dovrebbero essere diritti garantiti, ma senza la cittadinanza non è così.

La cittadinanza è anche una questione di riconoscimento: tante delle persone che oggi non sono riconosciute come cittadinə, sono nate e lavorano qui portando sulle proprie spalle e il proprio sfruttamento la ricchezza di questo paese.

Senza dubbio questo referendum è uno strumento per ottenere un miglioramento delle condizioni di vita delle persone che nelle nostre città vogliono costruire i propri percorsi di esistenza. Dimezzare il tempo per richiedere la cittadinanza consentirà a moltissime persone e alle figlə, di rendere più stabili le proprie vite.

Questa misura non rappresenta un punto di arrivo, ma un punto di partenza per mettere in discussione il profondo razzismo istituzionale che vediamo in questa legge, nei ricatti delle questure, nel mercato immobiliare escludente, nella profilazione razziale da parte di polizia e controllori, eccetera”. 

Qui potete trovare maggior informazioni a riguardo.

Per tutte queste ragioni andremo in piazza e a votare l’8 e il 9 Giugno.

Vi aspettiamo numerosə!

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