Proposta di costruzione di una rete militante a tema casa, razzismo e violenza strutturale
A molti di voi sarà capitato di dover lottare per aiutare una persona straniera nell’ottenere ciò che dovrebbe essere un suo diritto, ma che, per qualche perversa ragione, qualcuno non vuole riconoscere: aprire un conto in banca, rinnovare la tessera sanitaria o il permesso di soggiorno, fare domanda d’asilo o affittare una casa.
Tutto ciò ha un nome: violenza strutturale. Si tratta di una violenza che non necessita di una qualche forma attiva e visibile di azione, ma avviene in forma processuale e indiretta, attraverso piccole violenze, spesso non visibili singolarmente come tali ed offuscate dall’ambiguità di alcune procedure o leggi. E’ una violenza che si incardina nelle strutture simboliche e sociali che consentono la produzione e la naturalizzazione dell’oppressione, della marginalizzazione, del bisogno e della dipendenza. E’ una forma di violenza che puzza di razzismo.
Affrontiamo spesso queste piccole sfide da soli e con molta fatica, per poi magari scoprire che altri si sono cimentati nelle nostre stesse battaglie, scoprendo cose che ci avrebbero facilitato di gran lunga nei nostri obiettivi. Dall’altra parte ci sono, invece, problemi che non riusciamo in nessun modo a risolvere e di fronte ai quali rimaniamo atterriti e impotenti.
Per questo riteniamo serva mettersi insieme e costruire una rete militante sul tema della violenza strutturale e del razzismo, focalizzata in primis sulla scandalosa situazione rispetto al tema dell’abitare. Non vogliamo perderci in mille discussioni, ma la rete vuole essere uno strumento pratico, concreto e dinamico con i seguenti obiettivi:
- Creare una mailing list (sobria) dove potersi confrontare sulle discriminazioni e gli episodi di violenza strutturale, chiedere aiuto e ricevere consiglio da chi si è giù occupato del fenomeno.
- Monitorare il fenomeno, costruendo un piccolo osservatorio che possa dare l’idea di quali violazioni dei diritti avvengono e quanto.
- Laddove siano presenti fenomeni strutturali, non risolvibili con azioni specifiche, promuovere un dialogo/advocacy con le istituzioni o forme di protesta.
- A partire dal tema dell’abitare (difficoltà di trovare casa in affitto), promuovere una manifestazione in piazza che denunci questo vergognoso fenomeno, coinvolgendo le associazioni che lavorano nel sociale, in ambito medico e in ambito ambientale, nonché la cittadinanza e le stesse persone straniere.
Proponiamo due momenti di confronto:
- Mappatura del problema e confronto fra operatori che lavorano sul campo
Evento “Non si affitta a stranierə. Un dialogo tra associazioni sull’emergenza abitativa”
30 Maggio ore 19.00 presso Murazzi del Po Ferdinando Buscaglione, 18 (incontro organizzato da Circolo Arci Magazzino Sul Po). - Organizzazione della rete e delle azioni
Incontro presso il Sermig (Piazza Borgo Dora, 61 – Torino) il 14 Giugno alle ore 18.00 (Salone della Pace) dove, attraverso la metodologia del world café, verranno discusse e impostate le seguenti progettualità:- Costruzione e funzionamento della rete
- Ideazione e organizzazione di una mobilitazione di piazza sul tema dell’abitare
- Proposte da portare all’amministrazione comunale
- A partire dai tavoli di lavoro verranno costruiti tre gruppi di lavoro che porteranno avanti le rispettive progettualità.
Chi desidera partecipare alla rete è pregato di compilare il seguente form: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdpgzFP-tk-lZC8Opwg8ItlhdB6tjd9kVz1UoOBKVZ2eFzFaQ/viewform?usp=sf_link
Soggetto promotore:
Associazione Frantz Fanon
Primi firmatari:
Associazione Arteria
Associazione Almaterra
Circolo Arci Magazzino Sul Po